Biblioteca Comunale - Scaffale tematico : Festa dell'Unità Nazionale e della Giornata delle Forze Armate e Centenario della traslazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria

Pubblicata il 02/11/2021

In occasione della Festa dell'Unità Nazionale e della Giornata delle Forze Armate, che ricorrono il 4 novembre, l'Italia celebra le forze armate italiane e il completamento dell'Unità d'Italia e, quest'anno, anche il Centenario della traslazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria (Roma, 4 novembre 1921-2021).
Il 3 Novembre 1918 fu firmato a Padova, presso Villa Giusti, l'Armistizio.
La Biblioteca Comunale presenta una selezione di libri che troverete disponibili per il prestito.


“La prima guerra mondiale: una storia illustrata” di Hew Strachan
Professore di storia della guerra all'Università di Oxford, Strachan completa e arricchisce in questo volume le ricerche fatte sulla prima guerra mondiale. Lo storico indaga le vicende della Grande Guerra cercando di andare oltre il resoconto militare, che mantiene comunque la sua centralità, per indagare aspetti spesso poco considerati, come l'impatto delle nuove tecnologie belliche sulla vita al fronte e la corsa all'accaparramento delle risorse energetiche tra gli Stati.

“Di qua e di là dal Piave: da Caporetto a Vittorio Veneto" di Mario Bernardi
Esattamente novant'anni fa i reparti dell'esercito italiano - accusati ingiustamente di codardia dal generale Cadorna - si ritirarono oltre il Piave, ultimo baluardo strategico.
Scavarono in fretta trincee dentro il greto del fiume, nella campagna trevigiana e veneziana per fermare il nemico a qualunque costo. Contemporaneamente si consumò l'esodo delle popolazioni civili delle province di Udine, Pordenone, Belluno, Treviso e Venezia che fuggivano lasciandosi dietro un cumulo di rovine. Fu una diaspora di enormi proporzioni, tra fame, malattie e morte. Bernardi ha ricostruito non solo gli eventi bellici che portarono alla disfatta di Caporetto, ma ha dato voce a coloro che vissero i dodici mesi dell'occupazione straniera. Si tratta di testimonianze raccolte nel corso di anni, ritrovate nei diari di persone all'epoca bambine o adolescenti. Questo libro, pubblicato per la prima volta nel 1989, torna sugli scaffali nei giorni in cui si commemora Caporetto: una delle
pagine più buie della Grande Guerra.

“Gli esuli di Caporetto : i profughi in Italia durante la grande guerra” di Daniele Ceschin
Donne, vecchi e bambini, provenienti prevalentemente da città come Udine, Treviso e Venezia: dopo la rotta di Caporetto dell'ottobre 1917, seicentomila civili furono costretti ad abbandonare improvvisamente il territorio invaso o minacciato da vicino dall'esercito austro-ungarico, dando vita alla più grande tragedia collettiva che interessò la popolazione durante la grande guerra. Anche l'Italia conobbe così, come gli altri paesi coinvolti nel conflitto, il fenomeno dei profughi di guerra, divisi dal dilemma se fuggire di fronte al nemico o subirne l'occupazione. Il libro ricostruisce le dinamiche di questa fuga di massa parallela alla ritirata dell'esercito e le condizioni di vita, le immagini, le autorappresentazioni degli 'esuli in patria'.

“La guerra di Giovanni: l'Italia al fronte: 1915-1918” di Edoardo Pittalis
Aveva creduto che la guerra fosse per lui il modo di sentirsi parte di quell'Italia che muoveva i primi passi, per questo era tornato dall'Argentina. Non immaginava di trovarsi in una tragedia tanto più grande dell'emigrazione. Conobbe le trincee dell'Altopiano, le rocce del Carso, le acque fredde del Piave. Ma soprattutto l'angoscia del sentire la morte accanto. Non furono le medaglie che gli rimasero sulla pelle sino alla fine, ma le ferite.
Insieme a lui 7 milioni di italiani scoprirono di essere figli della stessa Patria che per riconoscerli ne chiedeva la vita. Tutto iniziò e finì nel Triveneto. Dal 1915 al 1918 un esercito di contadini, pastori, bottegai e operai, quasi per metà di analfabeti, senza una lingua comune, male armato e peggio vestito andò al massacro. "L'esercito dei gobbi", come sprezzatamente lo definiva il generale Cadorna, seppe comunque lottare, morire e vincere la sua guerra. Uno su dieci cadde in trincea. Oggi in ogni piccolo paese c'è un monumento ai Caduti della Grande Guerra. I trattati di pace non misero fine alle tensioni, alla disoccupazione, all'emigrazione, ma spalancarono il baratro delle dittature e di una ancora più terribile guerra.

“Storia illustrata della prima guerra mondiale”
Oltre 400 immagini; 40 fra carte, grafici, tabelle e tavole cronologiche; più di 70 schede di approfondimento; due livelli di lettura: testuale, per percorrere la storia della Grande guerra attraverso il racconto dei fatti o iconografico, per farci guidare dalle sequenze delle immagini. Il conflitto innescato dall'attentato di Sarajevo è un evento storico senza precedenti per estensione, imponenza dello sforzo militare e dimensione del sacrificio.
Rispetto ai conflitti dell'Ottocento la prima guerra di massa si presenta, per molti aspetti, con un volto nuovo. I paesi belligeranti devono ricorrere per la prima volta all'arruolamento di tutti gli uomini idonei, l'enorme sviluppo degli eserciti si accompagna alla crescita del peso politico dei militari e a profondi mutamenti delle strutture sociali ed economiche. Lo scontro si porta nei cieli e sul fondo del mare, gli eserciti sono affiancati dai primi carri armati, da navi corazzate spinte dal vapore, da cannoni pesanti, da armi chimiche. Alla fine del conflitto il volto di molte delle potenze che si fronteggiano risulta profondamente mutato. Ma la Grande guerra è anche un evento sostanzialmente irrisolto, destinato, con il suo carico di contraddizioni, ad aprire la strada allo scoppio di un secondo e ancor più terribile conflitto di portata mondiale.

“Al di qua e al di là del Piave : l'ultimo anno della grande guerra: atti del Convegno internazionale, Bassano del Grappa, 25-28 maggio 2000” a cura di Giampietro Berti, Piero Del Negro
Questo volume raccoglie gli atti del convegno internazionale di studi dedicato a “L'ultimo anno della Grande Guerra”, che si tenne dal 25 al 28 maggio 2000 presso il Museo Civico di Bassano del Grappa.

“La guerra dei nostri nonni: 1915-1918: storie di uomini, donne, famiglie” di Aldo Cazzullo
La Grande Guerra non ha eroi. I protagonisti non sono re, imperatori, generali. Sono fanti contadini: i nostri nonni. Aldo Cazzullo racconta il conflitto '15-18 sul fronte italiano, alternando storie di uomini e di donne: le storie delle nostre famiglie. Perché la guerra è l'inizio della libertà per le donne, che dimostrano di poter fare le stesse cose degli uomini: lavorare in fabbrica, guidare i tram, laurearsi, insegnare. Le vicende di crocerossine,
prostitute, portatrici, spie, inviate di guerra, persino soldatesse in incognito, incrociano quelle di alpini, arditi, prigionieri, poeti in armi, grandi personaggi e altri sconosciuti.
Attraverso lettere, diari di guerra, testimonianze anche inedite, "La guerra dei nostri nonni" conduce nell'abisso del dolore. Ma sia le testimonianze di una sofferenza che oggi non riusciamo neppure a immaginare, sia le tante storie a lieto fine, come quelle raccolte dall'autore su Facebook, restituiscono la stessa idea di fondo: la Grande Guerra fu la prima sfida dell'Italia unita; e fu vinta. L'Italia poteva essere spazzata via; dimostrò di non essere più "un nome geografico", ma una nazione. Questo non toglie nulla alle gravissime responsabilità, che il libro denuncia con forza, di politici, generali, affaristi, intellettuali, a
cominciare da D'Annunzio, che trascinarono il Paese nel grande massacro. Ma può aiutarci a ricordare chi erano i nostri nonni, di quale forza morale furono capaci, e quale patrimonio portiamo dentro di noi.

“Terra di nessuno : esperienza bellica e identità personale nella prima guerra mondiale” di Eric J. Leed
Fra il 1914 e il 1918 la grande guerra produsse mutamenti profondi: sul piano politico, economico, sociale, culturale, come pure sul piano più privato delle coscienze individuali. La sensibilità e il mondo interno di coloro che all'esperienza bellica parteciparono direttamente vennero scardinati: costretto per la prima volta dal predominio della tecnologia a una guerra prolungata e statica, chiuso nelle trincee, il soldato vede frantumarsi la propria identità in una disgregazione destinata ad avere pesanti ripercussioni nel dopoguerra. All'interno della propria personalità egli vede scavarsi un vuoto, una sorta - appunto - di terra di nessuno psicologica. Le lunghe ore trascorse in trincea alimentano nevrosi, claustrofobie, fantasie di volo che ridanno forza al mito di Icaro: l'aviatore diviene colui che può dominare il teatro di guerra, facendosene spettatore privilegiato. Attraverso gli apporti di antropologia, sociologia e psicologia, e le testimonianze dei combattenti, Leed rilegge in modo originale e innovativo l'evento guerra, visto in termini non più solo di storia politica o militare, ma di immaginario, emozioni,
memoria.
 

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